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L’auto stima, cos’è e come puoi migliorarla

Tempo di lettura: 5 minuti

Cos’è davvero l’auto stima e cosa puoi fare concretamente per migliorarla e ritrovare la fiducia necessaria per affrontare e vincere le sfide della vita.

Spesso sentiamo dire:

Ho una bassa auto stima

Lei ha una auto stima molto alta

anche se, a volte, il termine auto stima viene usato in maniera non sempre appropriata.

Cerchiamo allora di capire meglio il significato di auto stima e le implicazioni che questa ha su ognuno di noi nella vita quotidiana.

1. Autostima significato

Il termine autostima è composto da auto, dal greco stesso, e stima, dal latino aestimare, quindi stimare se stessi. 

Il verbo stimare può essere utilizzato con diverse accezioni.

Nel linguaggio comune, quando si dice che si stima molto una certa persona si intende che di lei si ha una buona opinione, quindi è usato in termini positivi. 

Con il termine stimare tuttavia si fa anche riferimento al valutare, giudicare, calcolare una certa grandezza attribuendole un certo valore numerico. (Treccani)

Riguardo all’auto stima si può intendere in entrambe i modi.

Si può infatti parlare di auto stima quando dai a te stesso una valutazione in generale oppure con riferimento a un aspetto particolare.

Nel caso in cui tu abbia una buona opinione di te generalmente dici che hai 

molta auto stima 

senza però fare una distinzione.

Essendo infatti una valutazione, l’auto stima può essere buona, ma anche meno buona che solitamente si tende ad esprimere con

ho una scarsa autostima.

Tecnicamente, dal punto di vista della psicologia, l’auto stima si riferisce al confronto che ciascuno di noi fa con un modello del sé ovvero il

  • attuale, cioè quello che sei e percepisci di essere
  • imperativo, quello che invece pensi che dovresti essere secondo gli altri che ti circondano
  • ideale che è quello che vorresti essere con riferimento ai tuoi desideri, obiettivi e principi

È dunque dal raffronto con questi schemi di riferimento che arrivi a dire che la tua auto stima è:

  • bassa
  • alta

Hai una auto stima bassa quando valuti di essere al disotto dei modelli sia imperativo che ideale e ti senti inadeguato.

Percepisci invece di avere una auto stima alta quando senti di alla pari o superiore ai due modelli del Sé.

Quale dei due casi è migliore?

Avere una bassa auto stima può essere deleterio e impedirci di affrontare la vita vivendo esperienze di ogni genere che però ci aiutano a crescere.

In realtà anche una auto stima troppo alta ci potrebbe impedire di valutare con un adeguato senso critico le proprie capacità, conoscenze e competenze e privarci degli stimoli giusti per affrontare nuove sfide.

Questo perché, in entrambe i casi, bassa o alta, ci stiamo dando dei giudizi che, in quanto tali, sono vaghi e perciò possono essere interpretati in modo diverso dalla mente di ciascuno.

Quello che invece sarebbe di aiuto per la crescita personale è ricondurre il concetto di auto stima a quello di auto efficacia espresso dallo psicologo Albert Bandura.

La percezione di auto efficacia, infatti, a differenza dell’auto stima, non riguarda il Sé nel suo complesso, ma si riferisce a un ambito specifico.

Posso quindi percepirmi efficace riguardo per esempio alla capacità di andare in bicicletta e inefficace nel parlare in pubblico. In tal modo avrò la possibilità di isolare gli ambiti nei quali mi sento all’altezza e quelli invece nei quali dovrò adoperarmi per migliorare le mie prestazioni, sempre che questo rientri nei miei obiettivi.

Sarebbe impossibile, infatti, arrivare a sentirsi efficace in ogni circostanza.

Le considerazioni fatte fin qui riguardano le nostre potenzialità e capacità anche se sull’auto stima influisce molto la percezione dell’aspetto fisico.

La società moderna, soprattutto attraverso i media, ci impone modelli di bellezza e prestanza fisica molto alti, contribuendo inevitabilmente in tal modo a sminuire chi, per ragioni genetiche, si discosta più o meno dai comuni parametri di riferimento.

Anche in questo caso quindi, si può essere portati ad avere una autostima bassa soltanto perché non si ha per esempio il nasino all’insù, gli occhi azzurri o gli addominali scolpiti.

Per ovviare a questa vera e propria minaccia al proprio sé è perciò necessario sviluppare una maturità adeguata per comprendere e accettare che non possiamo essere tutti Angelina Jolie o Brad Pitt. Possiamo però avere le nostre caratteristiche e qualità che ci rendono unici e interessanti.

Intendo dire che si può apparire altrettanto belli grazie all’intelligenza, all’umorismo e al sorriso, alla capacità di incantare le persone con l’ eloquio e così via.

Ciò comporta però la capacità di accettare i propri pregi e limiti credendo di più in se stessi.

2. Credere in se stessi

Una volta una persona mi disse che si sentiva inadeguata quando, parlando con le persone, pensava che loro conoscessero determinate cose e lei no.

Io le dissi che di certo lei conosceva tante altre cose che forse quelle persone ignoravano.

La questione è che, in taluni casi, siamo vittime di un’educazione che ci ha spinto a credere che bisogna sempre eccellere a prescindere dalla situazione.

Questo, inevitabilmente, comporta che si tenda a vivere nel timore di non essere all’altezza impedendoci di apprezzare obiettivamente dove abbiamo limiti e dove invece abbiamo dei pregi.

È necessario quindi credere in se stessi e prendere piena consapevolezza delle proprie qualità e delle cose che invece vogliamo o dobbiamo imparare per svolgere determinati compiti.

Credere in se stessi vuol dire cioè essere consapevoli di avere comunque delle potenzialità, quelle abbiamo già sviluppato e quelle che invece richiedono un naturale percorso di apprendimento.

3. Come credere in se stessi

Per sviluppare le potenzialità è fondamentale avere fiducia in se stessi, nella capacità che ognuno di noi ha di apprendere e di svolgere un compito riguardo a ciò che si è imparato.

Se parti da questo presupposto puoi apprendere qualsiasi cosa, anche quella che all’inizio ti può apparire inarrivabile.

Nella mia vita personale e professionale, di fronte alle sfide più ardue, ho sempre cercato di partire dal compito più piccolo, più semplice e che percepivo di essere in grado di svolgere persino io.

Come dice un proverbio cinese

Un lungo viaggio comincia con un passo.

Bisogna tuttavia continuare e fare gli altri passi, con regolarità, costanza e tenacia, specie di fronte alle inevitabili difficoltà che si incontreranno lungo il cammino verso il traguardo.

Fiducia e perseveranza, sono due ingredienti che mi hanno consentito e mi consentono di vivere le esperienze che mi hanno aiutato e mi aiutano a crescere ogni giorno, passo dopo passo cercando di realizzare quello che desidero e che mi emoziona.

Per ottenere questo è importante sapere sempre, in ogni momento, quello che vuoi per creare il tuo modello di Sé ideale, la persona cioè che vuoi essere e la vita che vuoi vivere.

Credo che soltanto dopo aver fatto le considerazioni che ti ho suggerito si possa procedere con l’auto stima ovvero con la valutazione serena e seria di dove sei rispetto agli standard che ti sei dato. 

E se non lo hai ancora fatto, forse è giunto il momento giusto per fermarti e interrogarti sul viaggio che vuoi fare, in che direzione farlo, quando avviarlo e muovere finalmente il primo, piccolo passo.

Bibliografia

Vargiu, G., Le onde del successo, 2023, Youcanprint

 

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