Genitori si nasce o si diventa?

Tempo di lettura: 6 minuti

Articolo aggiornato il 5 Luglio 2022

Nelle prossime righe ti inviterò a ragionare su come essere un buon genitore, un ruolo tanto meraviglioso quanto impegnativo.

Quanti errori fa un genitore con i propri figli?

Forse tanti, di certo in modo inconsapevole e spesso nella convinzione di fare la cosa giusta per il bene dei figli.

Già, ma cosa è giusto?

Dai, oggi facciamo un po’ di brainstorming sull’impegnativo ruolo del genitore, cosa si può fare concretamente per svolgerlo nel modo migliore, dare ai figli tutto l’apporto possibile per crescere e diventare un adulto competente e autonomo.

E allora, dimmi cosa è giusto?

Fare quello che facevano i propri genitori?

O forse quello che sarebbe veramente utile ai propri figli per imparare a conoscere il mondo che li circonda e, soprattutto, ad amare se stessi e i propri simili a cominciare dai propri genitori?

Ma chi sono i genitori?

 

1. Genitore: significato

 

Il termine genitore deriva dal latino genitor e vuol dire colui che genera, il procreatore, l’artefice e si identifica sia col padre che con la madre.

Dicono che i genitori sono quelli che amano i figli più di ogni altra persona al mondo. A volte, tuttavia, i figli fanno fatica a crederlo, a comprenderlo perché, nei loro comportamenti, raramente c’è traccia di atteggiamenti o anche di semplici gesti utili a convincerli che sia proprio così, come dicono.

E allora magari pensano:

Oh, non gliene va bene una, sono solo cazziatoni, mai una volta che dicano Bravo!

Sai cosa?

I genitori sono spesso degli affettuosi sprovveduti che si trovano all’improvviso a svolgere forse il compito più difficile: mettere al mondo un figlio – e questa è forse la cosa più semplice – e poi…già…

e poi?

Come essere un buon genitore

E poi viene il… bello!

Molti giovani genitori non sanno, o forse non sono consapevoli, che i nostri figli rientrano tra quei cuccioli che non sono in grado di sopravvivere da soli dopo la nascita. Essi hanno perciò bisogno dell’apporto dell’adulto fino a che non saranno in grado di procacciarsi almeno il cibo da soli.

Tigre con il suo cucciolo

Cioè basta dargli da mangiare e il gioco è fatto?

Beh…non proprio.

Il cibo, senza dubbio, è indispensabile, ma ci sono tante altre cose che un genitore contribuisce a far apprendere ai propri figli, dal linguaggio all’educazione.

Il fatto è che molto spesso un genitore non ha proprio tutte le competenze, e soprattutto l’esperienza, necessaria ai propri figli per accompagnarli fino al gate dal quale poi spiccherà il volo per vivere da solo la propria vita.

E molto spesso, quando poi accade, si chiede se avrà fatto abbastanza per renderlo veramente autonomo.

E allora cosa faccio?

 

2. Come essere un buon genitore

 

Essere genitori oggi è senza dubbio complesso e richiede di impiegare tutte le migliori risorse da dedicare ai figli, le persone più importanti nella vita. In particolare credo ne siano necessarie alcune imprescindibili se vuoi davvero essere un buon genitore e offrire ai tuoi figli tutto l’apporto necessario.

Mi riferisco, in particolare, a:

  • gestione dello stato d’animo
  • concentrare l’attenzione
  • fare il vocabolario

 

Gestione dello stato d’animo

 

Potresti cominciare a controllare il tuo stato d’animo perché capiterà spesso di trovarti in situazioni che non sai come affrontare e, molto probabilmente, finirai per perdere la calma e prendertela con lei che ti guarderà smarrita pensando:

Ma perché ora è diventato così cattivo?

Cosa ho fatto di male?

Se si è arrabbiato così allora è colpa mia?

Bambini in confusione

No, tranquillo, gli dovrebbe dire qualcuno, è che non sa che pesci prendere e, quindi, sta…sbarellando e rischia di commettere clamorosi errori.

Sii consapevole, perciò, del tipo di supporto necessario a tuo figlio nelle varie fasi della sua crescita. Se non sai cosa fare (più che comprensibile), documentati attingendo a fonti competenti e attendibili che ormai pullulano sul web oppure leggi un buon libro.

Possibilmente diffida di quelli che vorranno convincerti che

Mazza e Panelle fanno i figli belli

perché, semplicemente, usare le mani è sbagliato.

Picchieresti qualcuno perché non vuole fare quello che gli chiedi?

Magari ne avresti voglia, ma non lo fai.

 

Perché mai allora dovresti picchiare un bambino, che peraltro è tuo figlio, la persona che dici di amare più di chiunque altro al mondo?

 

Per quanto possa essere a volte impegnativo, mantieni la calma e gestisci al meglio il tuo stato d’animo.

Per riuscire nell’intento ti può essere d’aiuto concentrarti al momento giusto su tuo figlio.

 

Concentrare l’attenzione

 

L’approccio più efficace consiste nello sforzarsi di mantenere alta l’attenzione sui messaggi che tuo figlio può inviarti attraverso i diversi canali visivo, auditivo e cinestesico:

 

  • Osserva, per esempio, le espressioni del suo viso, la sua postura chiedendoti cosa ti sta comunicando realmente.
  • Ascolta quello che dice, le sue parole, il tono e il volume che usa e chiediti quale possa essere il vero significato.
  • Percepisci, infine, le sensazioni derivanti magari dal modo in cui ti tiene la mano o da come ti abbraccia.

 

Questo vale soprattutto se hai un bimbo molto piccolo il quale ha a disposizione soltanto sorriso e pianto per comunicarti piacere o disagio.

Quando avrai acquisito tutte queste preziose informazioni, chiediti quale possa essere il suo stato d’animo. Sforzati di comprenderlo e mandagli dei messaggi, verbali o non verbali, dai quali lui possa capire che lo stai comprendendo e, così facendo entrerai, per quanto possibile, più facilmente in empatia con lui.

Potrebbe capitarti di dire, per esempio:

 

Come ti capisco, a volte fare i compiti può sembrare meno interessante. Tu pensa che, anche se ora non lo comprendi, ti torneranno utili nella vita anche quelli.

 

Se riuscirai a farlo, lui lo capirà, si sentirà compreso, accettato e questo contribuirà a creare le migliori condizioni affinché segua le indicazioni che vorrai dargli.

Si, ma gli adolescenti…

Figurati, mio figlio ha 16 anni e qualsiasi cosa dica o faccia la rifiuta e finiamo sempre per discutere.

Adolescente

Ah beh, certo, l’adolescenza merita almeno un intero articolo per parlarne.

 

3. Adolescenza e genitori

 

In queste ultime righe ti voglio soltanto ricordare che l’adolescenza per i ragazzi è un periodo davvero particolare, sia dal punto di vista fisico che psicologico.

A parte i primi peli e la crescita degli elementi distintivi della sessualità, l’adolescenza è una vera e propria tempesta per loro durante la quale fanno fatica, e a volte non riescono, a governare la nave impazzita della loro giovane vita.

È come se si trovassero improvvisamente a governare un grosso vascello essendo in grado di gestire soltanto una piccola barca a vela.

Il corpo è cresciuto improvvisamente, ma la mente è rimasta un po’ indietro. Vorrebbero continuare a giocare in modo spensierato ma, allo stesso tempo, sono incuriositi e stimolati dalla possibilità di fare le stesse cose che fanno gli adulti.

Non c’è che dire…un bel problema!

E tu pensi che uno così puoi gestirlo con le punizioni e i cazziatoni?

La soluzione forse più saggia è fare il vocabolario.

 

Fare il vocabolario

 

Per chi non sapesse cosa sia (effetti collaterali di internet) è quel grosso volume, oggi soppiantato da applicazioni e siti web, sul quale trovi il significato e la pronuncia di tutte o quasi le parole di una lingua e che usi soltanto quando… ti serve, in caso di necessità.

Eh già, se vuoi evitare problemi e discussioni inutili, probabilmente dovrai fare proprio l’opposto di quanto l’istinto ti suggerisce. Essere in grado cioè di stare un passo indietro, dando l’impressione di concedere spazio, osservando attentamente cosa accade e intervenendo soltanto in caso di reale necessità o su richiesta esplicita o implicita del tuo amato figlio. Questo accadrà quando deciderà di consultarti, appunto, come se fossi il suo vocabolario della vita.

Forse allora sarai diventato davvero un buon genitore.

Dunque avvicinati serenamente all’importante ruolo di genitore con tanta fiducia, voglia di offrirti e capacità anche di stare semplicemente a guardare a distanza i tuoi figli che percorrono il meraviglioso percorso della vita.

 

Bibliografia

Gordon, T., Genitori efficaci. Educare figli responsabili. 2014 La meridiana

 

 

Mappa mentale articolo
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Recensioni

Genitori si nasce o si diventa?

13 Dicembre 2019

Come sempre di grande grande aiuto.

Grazie

Serafina Curci

Risposta da Giuseppe Vargiu - SinaPsiCoaching

Ne sono felice, Serafina 🙂

Genitori si nasce o si diventa?

12 Dicembre 2019

Grazie per l’argomento veramente interessante. Lo invio subito a mia figlia che tra pochi mesi diventera mamma.

Raffaele Masucci

Risposta da Giuseppe Vargiu - SinaPsiCoaching

Ottima idea Raffaele 🙂

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