Articolo aggiornato il 12 Novembre 2023
Che cosa sono la solitudine e la tristezza e cosa si può fare quando si è soli e tristi per migliorare la propria vita.
Ti senti solo e triste?
Non sai come fare per uscire da questa condizione?
Oggi voglio dedicare il mio articolo a tutte le persone che si sentono sole e tristi e non hanno la forza di reagire o semplicemente non sanno cosa fare per cambiare in meglio il proprio stato d’animo e la vita in generale.
Solitudine e tristezza sono purtroppo due condizioni che molte persone lamentano di vivere. Alcune lo accettano come un dato di fatto, quindi immodificabile, altre vorrebbero uscirne, ma si sentono impotenti e incapaci di fare qualcosa per cambiare la propria vita.
Voglio allora offrire a loro, e a tutti coloro che trovino interessante l’argomento, i miei spunti di riflessione e le mie proposte mirate a prendere il controllo della propria vita attraverso le due strategie che trovo siano più efficaci ovvero consapevolezza e azione.
Prima di tutto, perciò, credo sia necessario essere consapevoli degli stati di solitudine e tristezza che si stanno vivendo, di cosa sono e da cosa possono dipendere.
Cominciamo allora dalla solitudine.
In questo articolo:
1. Cos’è la solitudine
La solitudine è la condizione, lo stato di chi è solo, come situazione passeggera o duratura, che è senza alcuna compagnia, che non ha nessun altro vicino o con cui stare insieme (Treccani)
Ci si può sentire soli se non si ha qualcuno da avere accanto per trascorrere del tempo o condividere pensieri o situazioni. Ma si può anche soltanto percepire la solitudine nonostante si sia circondati da molte persone con le quali però non si vuole o non si riesce a interagire per qualche ragione.
In entrambe i casi sentirsi soli può generare tristezza.
2. Cos’è la tristezza
La tristezza è una condizione, una visione o un fatto che affligge, che ispira sentimenti dolorosi. Chi è triste vive uno stato psichico di afflizione e depressione, causate da qualche dolore, dispiacere o preoccupazione, anche se non ben definiti, e che manifesta tale afflizione (Treccani).
La tristezza, tuttavia, è innanzi tutto un’emozione, collocata peraltro tra le emozioni primarie insieme alla rabbia, gioia, paura, sorpresa e disgusto (Ekman, P.).
In quanto emozione, la tristezza è legata principalmente a tre componenti:
- la sensazione soggettiva
- le modificazioni fisiologiche
- il comportamento espressivo
Quando cioè dici di esser triste puoi avere una sensazione come, ad esempio, una stretta al petto o allo stomaco, la mancanza di energie e un senso di spossatezza. Essendo una componente soggettiva, ciascuno può sentire queste o altre sensazioni.
Tra le modificazioni fisiologiche potrebbero esserci il pianto, capogiri o mani e piedi freddi.
Il comportamento espressivo della tristezza, che invece è considerato universale, riguarda l’espressione del viso e la postura del corpo (Darwin, C., Ekman, P.).
Una volta chiarito cosa si intende per sentirsi soli e tristi, vediamo allora cosa puoi fare per evitarlo.
3. Cosa fare quando si è soli e tristi
L’approccio che suggerisco di seguire quando si è soli e tristi è come al solito concreto e pratico in maniera da essere in grado di fare azioni concrete che possano portarti a uscire dalla condizione spiacevole di solitudine e tristezza.
Per cominciare è indispensabile essere consapevole dello stato d’animo che stai vivendo e, soprattutto, delle tue potenziali risorse necessarie per reagire in modo efficace, mettendo in atto azioni precise.
Poniti un obiettivo
Sapere però quali azioni svolgere presuppone di avere un obiettivo specifico da raggiungere e conoscere il risultato che vuoi ottenere.
Quindi, per esempio, ti potrai porre come obiettivo quello di trovare un certo numero di persone da frequentare e sperimentare un’emozione di gioia già provata in altre circostanze, come il primo bacio o quando da bambina giocavi felice.
In questa fase è importante anticipare mentalmente il risultato e l’emozione a cui aspiri così da predisporre il cervello ad operare nella giusta direzione.
Medita sul tuo obiettivo e individua tutte le possibili azioni che puoi fare, inserendole in un vero e proprio piano che ti dovrai impegnare a seguire, ogni giorno, azione per azione, fino al raggiungimento del risultato prefissato.
Entriamo ora nello specifico per capire meglio cosa puoi fare per non sentirti più solo.
Evita la solitudine
Riguardo alla solitudine derivante dalla mancanza di persone intorno a te, puoi intanto scegliere luoghi e occasioni ove sia più facile incontrarle, come una palestra, iscriverti a un corso su un argomento o attività che ti interessano. Puoi impegnarti a frequentare posti ove trovare molte persone e dove sia perciò più facile fare nuove conoscenze.
Se invece percepisci di sentirti sola nonostante ti trovi con altre persone, allora è necessario agire sulla componente cognitiva ovvero sul significato e sulle motivazioni che attribuisci al tuo stato di solitudine.
Potresti, in tal caso, fare un elenco delle tue qualità personali andando con la mente a esperienze precedenti nelle quali ti è stato facile interagire con le persone. Scegli qualsiasi episodio, anche se riguarda il periodo della tua infanzia, nel quale non ti sei sentito solo ma eri felice e soddisfatto di te.
Sono certo che sarai in grado di trovarne almeno uno.
Tra i ricordi che sono emersi scegline uno e rivivilo intensamente, visualizzando immagini, suoni e sensazioni.
Un’altra cosa molto utile è fare un elenco delle persone che ami, che ti amano e/o che ti stimano e cercare di entrare in contatto con loro, mandando per esempio un semplice messaggio su wapp, chiamandole o andarle a trovare per passare del tempo insieme.
Impegnati a mettere in atto almeno questi suggerimenti e presto la solitudine sarà soltanto un ricordo.
Se seguirai i miei suggerimenti è verosimile che anche la tristezza svanirà. Ti voglio dare tuttavia delle indicazioni specifiche anche per superare facilmente qualsiasi momento triste.
Vinci la tristezza e vivi con gioia
Comincia col prendere consapevolezza del tuo essere triste e del tuo desiderio di vivere invece la gioia.
Per ottenere questo puoi cercare nella tua mente tutti i tuoi ricordi in cui eri felice e annotarteli così da favorire ulteriormente la consapevolezza. Anche in questo caso, rivivili con tutti i tuoi sensi, uno per uno, come se stessi guardando un album dei ricordi. Nel mentre fantastichi con la mente percepisci le piacevoli sensazioni che derivano da quei ricordi.
Puoi infine adottare dei comportamenti che influiranno in modo positivo sulla tua mente.
Per esempio, anche se pensi di non avere motivo per farlo, sorridi, ridi a crepapelle come se stessi guardando un divertente film comico. Può forse sembrarti strano, ma attivare semplicemente i muscoli facciali che utilizzi quando sorridi fornirà un impulso al cervello a produrre sostanze chimiche, ormoni come la serotonina, l’ossitocina e la dopamina, veri e propri oppiacei naturali, che avranno un effetto benefico sul tuo stato d’animo.
Analogamente, se stai con le spalle chiuse, assumi invece una postura aperta. Alzati in piedi e distendi braccia e gambe come se fossi l’uomo di Leonardo o Wonder Woman. Mantenere una postura aperta, anche soltanto per due minuti, riduce il cortisolo, prodotto in condizioni di stress, e aumenta il testosterone che entra in circolo invece quando ci sentiamo sicuri e potenti.
Sentirsi soli e tristi è dunque una condizione che puoi decidere di interrompere in qualsiasi momento per sostituirla con una di serenità e gioia. Basta soltanto accorgersi che anche tu hai le potenzialità giuste per farlo e vivere così una vita gioiosa con tutte le persone con le quali preferisci trascorrere il tuo tempo.
L’unica condizione è che tu applichi almeno i suggerimenti dei quali ti ho parlato. Ogni giorno.
Gli articoli che leggi sono un mio libero contributo alla tua felicità e al tuo benessere e sono gratuiti. Sarò veramente felice quando vorrai condividerlo e scriverai qui di seguito un tuo commento, importantissimo per conoscere il tuo punto di vista.
Bibliografia
Darwin, C., L’origine della specie, Bollati Boringhieri (2011)
Ekman, P., Te lo leggo in faccia, Amrita (2010)
Cuddy, A., Il potere emotivo dei gesti, 2015, Sperling & Kupfer, New York