Il significato di pregiudizio

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Cos’è il pregiudizio, il suo significato, come si forma, quali sono gli effetti sociali e come si può cercare di limitarne le conseguenze negative.

Nel linguaggio comune a volte si tende a sovrapporre il termine pregiudizio ad altri, come ad esempio stereotipo, discriminazione o convinzione. 

Cerchiamo allora di capire meglio significato e natura.

1. Pregiudizio significato.

Il termine pregiudizio deriva dal latino e si compone della particella pre, cioè prima, e dalla parola giudizio.

Il pregiudizio può essere definito come un’idea, opinione concepita sulla base di convinzioni personali e prevenzioni generali, senza una conoscenza diretta dei fatti, delle persone, delle cose, tale da condizionare fortemente la valutazione e da indurre quindi in errore. (Treccani)

I pregiudizi sono strumenti ordinari di funzionamento della mente (ALLPORT). Al fine cioè di svolgere i suoi compiti in maniera rapida ed efficace, compensando i suoi limiti, la mente umana si avvale di schemi mentali, come i pregiudizi, che consentono appunto di rendere automatiche molte operazioni e risparmiare energie cognitive.

Nello specifico, una volta creato il pregiudizio, attraverso un primo e più dispendioso processo di elaborazione, la mente poi lo applica in maniera automatica e inconsapevole.

Potresti, per esempio, avere il pregiudizio per il quale tu possa ritenere che i carciofi non siano buoni perché magari una volta li hai mangiati in un certo ristorante e non ti erano piaciuti.

Da quella volta in poi il pregiudizio ti ha indotto a non mangiarli più, avendo creato da un singolo episodio una generalizzazione riguardante tutti i carciofi.

La psicologia sociale, riguardo al pregiudizio in particolare, chiarisce la sua natura considerandolo, in realtà, niente altro che un atteggiamento, del quale ricalca anche la struttura.

Così come l’atteggiamento, anche il pregiudizio si compone infatti di tre caratteristiche ovvero quella:

  • cognitiva
  • affettiva
  • comportamentale

La componente cognitiva riguarda la conoscenza, effettiva o spesso presunta, di qualcosa o di qualcuno che il più delle volte si fonda su convinzioni maturate nel tempo per varie ragioni.

L’aspetto affettivo del pregiudizio attiene invece alle emozioni che questo ci suscita.

L’idea nei confronti di qualcosa o qualcuno e quello che proviamo emotivamente, porta infine a un certo comportamento.

Più precisamente le componenti cognitiva, che corrisponde allo stereotipo, e quella comportamentale, che riguarda invece la discriminazione, sono insite perciò nel pregiudizio e se ne differenziano.

Pregiudizio esplicito e implicito

Il pregiudizio, inoltre, può essere quindi inteso come un processo che si sviluppa, tanto se ne siamo consapevoli di agire in base ad esso (pregiudizio esplicito) quanto se invece non ce ne rendiamo conto e i suoi effetti sulle nostre azioni sono dunque automatici (pregiudizio implicito).

Ma da dove traggono origine i pregiudizi?

2. Le fonti del pregiudizio

Il pregiudizio può derivare da fonti:

  • sociali
  • motivazionali
  • cognitive

Le fonti sociali riguardano i fenomeni di socializzazione, le religioni e le istituzioni.

I pregiudizi possono scaturire da motivazioni stimolate da frustrazione, aggressività, bisogno di rispettare un certo status, errori di valutazione riguardo all’ingroup ovvero il gruppo di appartenenza e dalla volontà di evitare proprio i pregiudizi.

Le fonti cognitive riguardano infine il modo con il quale sono stati registrati in memoria, in modo più o meno spontaneo, per mezzo del processo di categorizzazione oppure similitudini attribuite a caratteristiche individuate negli altri gruppi, cosiddetti outgroup.

Il pregiudizio in definitiva nasce dalla percezione di diversità dall’altro e dalla conseguente paura e ostilità nei suoi confronti (xenofobia).

Questo probabilmente era dovuto a qualche programma mentale che induceva istintivamente l’uomo primitivo a difendere le proprie risorse vitali, come cibo, acqua, rifugio, dal tentativo di altri uomini di sottrargliele.

Oggi tale ostilità può riguardare coloro che percepiamo semplicemente diversi da noi, per il loro punto di vista, il modo di parlare, di alimentarsi o di comportarsi.

Come dire, prima di lasciarti avvicinare ed entrare nel mio mondo, voglio avere la certezza che tu non possa danneggiarmi in qualche modo.

Pregiudizio manifesto e sottile

L’evoluzione dell’essere umano ha portato a modificare la natura del pregiudizio nel senso che esso può essere:

  • manifesto
  • sottile o latente

Il pregiudizio appare manifesto quando viene espresso e dimostrato chiaramente in maniera più o meno intensa. In tal caso, chi lo subisce lo può più facilmente individuare e trovare il modo per difendersi.

La cultura e il cosiddetto perbenismo hanno portato invece a un’altra forma di pregiudizio, più sottile e latente, che si manifesta appunto in modo meno evidente, ma non  per questo meno incisiva e fastidiosa.

Ci sono diversi modi con i quali i pregiudizi si manifestano.

3. Tipi di pregiudizio

Tra i più comuni tipi di preigiudizio rientrano quelli:

  • di genere
  • razziali
  • estetici

Il pregiudizio di genere è quello riguardante la differenza tra uomini e donne che ha portato, e che purtroppo porta ancora in certi casi e zone geografiche, il comportamento dell’uomo a prevalere sulle prerogative e sui diritti delle donne.

L’appartenenza a razze diverse, caratterizzate in particolare dal colore della pelle scura, ha alimentato comportamenti tendenti alla sottomissione, come i neri d’Africa, o peggio alla soppressione come gli indiani d’America o gli Ebrei.

In qualche modo l’ avvenenza, la bellezza sono collegate al pregiudizio per il quale le persone belle sono anche più intelligenti, colte e buone, al contrario di quelle che hanno un aspetto non aderente agli standard sociali di bellezza e che sono perciò ritenute inferiori.

4. Conseguenze del pregiudizio

Se, da un lato, il pregiudizio è uno schema mentale utile a rendere più efficaci e veloci i processi mentali, dall’altro può avere anche delle conseguenze deleterie.

Essendo un giudizio concepito in anticipo, il pregiudizio condiziona l’interpretazione e i ricordi, orientando l’attenzione verso le caratteristiche individuate in una certa categoria. 

Non appena infatti notiamo un comportamento corrispondente a quelle caratteristiche, il pregiudizio addirittura si rinforza perché sembra confermare lo schema mentale che abbiamo memorizzato.

Un esito tipico del pregiudizio è la cosiddetta profezia che si autoavvera e che colpisce in particolare le vittime del pregiudizio e nello specifico dello stereotipo, la sua componente cognitiva. 

In pratica se, per esempio, una donna tiene conto del pregiudizio che vuole le donne meno inclini ai calcoli matematici, il suo comportamento potrebbe tendere a comportarsi inconsapevolmente come tale, auto limitando anche le proprie competenze matematiche.

Alla fine finirebbe per causare una penalizzazione delle sue relative prestazioni e al conseguente, probabile avveramento di quanto profetizzato dal pregiudizio.

Ne deriva perciò la necessità di adottare strategie efficaci per ridurre, se non addirittura eliminare i pregiudizi.

5. Come evitare il pregiudizio

Le modalità migliori per farlo si basano su:

  • sforzo individuale
  • contatto prolungato

Nel primo caso bisognerebbe prendere consapevolezza che si sta agendo in base a un pregiudizio e produrre uno sforzo adeguato per fare una valutazione più approfondita tendente a modificarlo.

Creare le condizioni che favoriscano un contatto prolungato con le cose o le persone oggetto del pregiudizio, sembra essere altrettanto efficace specie se vengono rispettate certe condizioni ovvero:

Il pregiudizio dunque è utile quanto insidioso e pervasivo. È necessario perciò prendere consapevolezza del suo significato e attivarsi concretamente per ridurne o eliminarne gli effetti, così da evolversi e diventare persone migliori in un mondo che richiede sempre più mente e sempre meno istinto.

Mappa mentale pregiudizio
Mappa mentale articolo

Bibliografia

Myers, Dg., Psicologia sociale, 2013, McGraw Hill education

Leone, G., Mazzara, B.M., Sarrica, M., La psicologia sociale – processi mentali, comunicazione e cultura, 2013, Laterza editori

Vargiu, G., Le onde del successo, 2023, Youcanprint

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