La Befana…quella vera

Tempo di lettura: 5 minuti

Nell’articolo di oggi ti parlerò della befana, di quella conosciuta in modo tradizionale, di quella vera con le sue reali origini e le implicazioni sulla mente.

Credi ancora alla befana?

1. La mia Befana

Quando ero bambino il 6 gennaio era un giorno speciale: arrivava la Befana.

All’ approssimarsi di quella data ero animato da un turbine di forti emozioni, alcune piacevoli altre meno. L’ansia di ricevere i doni che avevo chiesto scrivendo la consueta letterina, i dubbi sul mio comportamento.

Sarò stato abbastanza buono?

Meriterò quei regali?

Oppure sarò stato cattivo e non li riceverò per punizione?

E poi l’irrefrenabile voglia di averli e cominciare a giocarci.

I miei genitori mi avevano raccontato che la Befana era una vecchietta che ogni anno passava nelle case di ogni bambino per lasciare a ognuno di loro i regali che avevano chiesto nella letterina, ma soltanto se si erano comportati bene, a casa e a scuola.

In caso contrario, mi dicevano, quando cioè i bambini si comportano male, al posto dei regali la Befana faceva trovare soltanto cenere e carbone.

La consegna dell’uno o dell’altro tipo avveniva di notte, quando i bambini dormono e guai a farsi trovare in piedi e svegli dalla vecchina. Mi dicevano che la Befana era buona, ma anche facilmente irascibile nei confronti dei bambini cattivi e, se li avesse scoperti ancora in giro per casa per la curiosità di incontrarla, li avrebbe rincorsi agitando la scopa in modo minaccioso.

Per evitare ogni possibile rischio, perciò, seguivo il consiglio dei miei genitori e andavo a letto perfino in anticipo infilandomi sotto le coperte, testa compresa.

Ma di dormire, non se ne parlava.

L’ansia per l’attesa e la paura che la Befana potesse infastidirsi e percuotermi con la scopa, mi teneva sveglio fino a tardi. Ogni più piccolo rumore mi faceva immobilizzare e rimanere senza respiro, pensando che fosse lei ad aggirarsi furtiva per controllare che tutti i bimbi in casa fossero regolarmente a letto.

Alla fine, la tensione e la stanchezza avevano però la meglio e riuscivo finalmente a dormire.

Al mattino saltavo giù dal letto prestissimo per correre, insieme ai miei fratelli e sorelle, nella sala da pranzo e scoprire se la Befana aveva lasciato i regali o il carbone nero e polveroso.

Pochi passi trattenendo il respiro e poi…eccoli!

C’erano!

I regali erano proprio lì, vicino all’albero di Natale, come avevo immaginato. Il resto della giornata trascorreva divertendomi con i miei giocattoli e confrontandoli con quelli dei miei fratelli e sorelle.

Quanta gioia, ma anche tanta ansia nell’attesa.

Un giorno però mio fratello, più grandicello di me, quando gli dissi che avevo scritto la lettera alla Befana, mi disse ironicamente:

Ma credi ancora alla Befana?

La domanda mi lasciò a bocca aperta e senza parole.

La Befana non esiste – mi disse sghignazzando – è un’invenzione dei grandi per tenerci buoni.

E mi mostrò un libro nel quale veniva in effetti svelata la sconvolgente verità: la Befana è soltanto un personaggio immaginario.

La mia storia è quella comune a tanti bambini, soprattutto a quelli fortunati, legati alla tradizione italiana.

Ma qual è la verità sulla Befana?

2. La Befana vera

La Befana vera è, in realtà, un personaggio simbolico ma anche una sorta di adattamento storico religioso.

Cominciamo allora dal significato, dalla etimologia della parola.

Befana: il significato

Il termine Befana è in realtà una derivazione della parola epifania, sostantivo femminile latino e greco che vuol dire apparizione, manifestazione della divinità (Treccani).

Befana: sacro e profano

È infatti la festività con la quale si commemora, nella religione cristiana, la visita dei Magi in Betlemme, presso la capanna ove venne alla luce il piccolo Gesù, riscaldato dall’affetto di Maria, Giuseppe e dal tiepido respiro del bue e dell’asinello.

Una versione religiosa vuole che i Re Magi, durante il viaggio verso Betlemme, chiedessero informazioni a una vecchia e anche di accompagnarli per riuscire ad arrivare in tempo a portare i doni al piccolo Gesù appena nato.

La vecchia, invece, in un primo momento rifiutò di seguirli, ma poi, in preda al pentimento, riempì un sacco di doni e andò a cercare i Magi e Gesù, senza però riuscire a trovarli. Bussò allora ad ogni porta e lasciò i doni ai bambini che trovava, nella speranza di essere perdonata per il suo rifiuto ai Magi.

La versione profana della Befana, quella più fantasiosa, si identifica invece con un personaggio dalle curiose caratteristiche, con molti significati simbolici e metaforici.

Nelle immagini e nei pupazzetti che la rappresentano, la Befana è una donna molto vecchia, come testimoniano le sue rughe profonde, il grosso naso aquilino e la postura curva. Il capo è coperto da un classico fazzoletto legato sotto al mento e non dal cappello a punta che invece è quello indossato dalle streghe.

Indossa abiti molto larghi e scuri sui quali si accumula la fuliggine mentre si cala nei caminetti attraverso i comignoli; sulle spalle un ampio scialle e sotto una gonna con delle toppe colorate qua e là a testimoniare la sua modesta provenienza. Sotto il peso del sacco dei regali cammina a fatica, appoggiandosi al bastone di una scopa di saggina sulla quale vola, con sorprendente agilità, di tetto in tetto.

È una donna all’apparenza arcigna, ma in realtà ha un gran cuore ed è molto generosa con tutti i bambini. Ad alcuni di loro, tuttavia, che non si sono comportati molto bene, lascia invece cenere e carbone come monito per spronarli a migliorare in futuro.

Ai bambini si raccontano tante storie, le favole attraverso le quali si vogliono trasmettere, in modo metaforico, concetti importanti, a volte complessi, che diventano in tal modo più facilmente comprensibili.

3. Befana: psicologia

Nella mente dei bambini, ma anche in quella degli adulti, la Befana rappresenta in modo metaforico il vecchio che finisce e il nuovo che ricomincia. Ai bimbi insegna che un buon comportamento viene premiato o al contrario stigmatizzato.

Come ogni personaggio fantasioso, stimola l’immaginazione. La convinzione poi che esista realmente, genera emozioni vere che il bambino può imparare a gestire come l’ansia, la paura ed essere capace di saper attendere per provare la gioia di ricevere i regali tanto attesi.

Se gestita in modo corretto dai genitori o comunque dalle persone adulte, la storia e la metafora della Befana possono avere effetti positivi sui bambini purché non si esageri con esasperazioni eccessive che diventano fuori luogo.

Anche per gli adulti, infine, la Befana, che ricorre i primi giorni dell’anno, può essere un modo per stimolare la mente a creare buoni propositi per i mesi successivi guardando a ciò che l’anno prima è stato fatto o non fatto per realizzare i propri desideri.

Dunque saluta anche quest’anno la Befana, che sia per te una simpatica vecchietta portatrice di doni o un emozionante momento religioso e vivi soprattutto questo 2024 al meglio delle tue possibilità con l’ augurio di realizzare tutte le cose belle che desideri.

E comportati bene, altrimenti la Befana ti porterà…cenere e carbone.

MAPPA MENTALE BEFANA
Mappa mentale articolo

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