In trance. Cosa vuol dire

Tempo di lettura: 5 minuti

Articolo aggiornato il 16 Ottobre 2022

Cosa vuol dire andare in trance? Oggi ti parlo del significato di trance, in quali occasioni sei in trance e che cosa ti fa andare in quello stato.

1. Significato di trance

Trance è un sostantivo inglese che deriva dal Francese trancé che vuol dire estasi, rapimento e dal latino transire cioè passare, trapassare ed è sinonimo di incantamento.

Trance o tranche?

A volte la parola trance viene confusa con tranche che, invece, vuol dire taglio, pezzo, fetta. (Treccani)

La trance, in realtà, non è altro che una delle modalità con le quali la mente svolge le sue funzioni. Ogni modalità corrisponde a un tipo di onde elettriche che il cervello produce, le quali possono essere più lente o più veloci a seconda di dove è orientata la tua attenzione.

Quelle più veloci sono le onde beta e gamma con una frequenza compresa tra i 14 e i 45 Hz.

Sono quelle degli stati di veglia, quelle che cioè il cervello produce quando siamo attenti, consapevoli o molto concentrati sulle informazioni provenienti dai sensi.

Per esempio, quando osservi un bel sole al tramonto, ascolti la tua canzone preferita, percepisci il piacere di una carezza data o ricevuta, senti il profumo del caffè al mattino o il sapore dolce di un chicco d’uva.

Se sposti invece la tua attenzione dall’esterno all’interno, ai pensieri e ai ricordi, le onde rallentano a frequenze inferiori ai 14 Hz corrispondenti agli stati alfa, theta e delta.

Ad eccezione delle onde delta, tipiche del sonno profondo e del coma, le onde alfa e theta sono proprio quelle che il cervello produce quando sei in trance.

La frequenza delle onde alfa è compresa tra i 7 – 14 Hz e tra 3 – 7 per quelle theta.

La domanda a questo punto potrebbe essere

Ma allora quando sono in trance?

2. In trance

Nell’arco delle 24 ore ognuno di noi passa continuamente attraverso tutti gli stati della mente che ti ho descritto, chiamati anche stati di coscienza perché indicano quanto siamo più o meno coscienti, cioè consapevoli delle informazioni sensoriali che il mondo circostante ci trasmette.

Al mattino, per esempio, quando stai per svegliarti, produci onde alfa che diventano beta quando riprendi consapevolezza di ciò che vedi, ascolti e percepisci.

Per gran parte della giornata quindi produci di solito onde beta salvo alcuni momenti, più o meno lunghi secondo le circostanze, nei quali puoi andare nello stato alfa o anche in quello theta.

Ogni volta che la tua attenzione si rivolge all’interno per cercare un ricordo, un significato, immaginare qualcosa che dovrà accadere si attiva la cosiddetta ricerca transderivazionale.

Puoi quindi renderti conto di quante volte possa capitarti di farlo anche se, quando accade, non ne sei consapevole.

Sono perciò molte le circostanze nelle quali entri spontaneamente in trance producendo onde alfa e theta.

Puoi andare spontaneamente in trance quando, per esempio, osservando una foto sul tuo smartphone, ricordi le emozioni provate in una vacanza e rimani assorto, come si suol dire, nei tuoi pensieri disinteressandoti di quello che sta accadendo intorno a te.

Allo stesso modo vai in trance quando leggi un bel romanzo che ti coinvolge con l’azione dei protagonisti, le scene romantiche o commoventi.

Vai infine in trance nelle situazioni noiose, come quando sei fermo al semaforo, assisti a una conferenza tenuta da un relatore poco coinvolgente o quando percorri con l’auto un lungo tratto di autostrada con poche curve.

Insomma, come vedi potrei farti un elenco molto lungo di tutte le occasioni che favoriscono la trance, con lo spostamento dell’attenzione all’interno e la conseguente produzione di onde alfa e theta.

Oltre i casi di trance spontanea ci sono quelli nei quali lo stato di trance può essere indotto volontariamente da se stessi o da un’altra persona utilizzando un linguaggio particolare e diverse tecniche di induzione.

In tal caso la trance viene intesa come ipnosi o stato ipnotico caratterizzata da peculiari condizioni che talvolta vengono assimilate al sonno.

3. Trance e sonno

Anche se, in effetti, la parola ipnosi in francese e greco vuol dire sonno, in realtà esistono chiare evidenze scientifiche che dimostrano la differenza tra il sonno e lo stato ipnotico.

 

Cervello

Attraverso le immagini ottenute con la fMRI, la risonanza magnetica funzionale, è emerso chiaramente che le aree del cervello attive in trance ipnotica sono diverse da quelle attive durante il sonno.

Questa è perciò una delle tante evidenze che la persona in trance mantiene il controllo di sé, piuttosto che perderlo, come spesso si sente dire.

Dunque puoi andare in trance in modo spontaneo o indotto.

A tal proposito alcuni mi chiedono a cosa serva allora indurre volontariamente uno stato di trance in una persona o anche in se stessi?

4. Trance: lo scopo e le applicazioni

La ragione per la quale può essere utile andare in trance deriva dal fatto che, in quello stato mentale, puoi accedere più facilmente alle risorse che conservi nella parte della mente della quale non sei consapevole, cioè l’inconscio.

L’accesso all’inconscio consente di ottenere numerosi vantaggi dovuti al fatto che, a differenza della mente conscia, non trovi quei filtri che ti possano ostacolare ovvero convinzioni, stereotipi o euristiche.

Questi sono infatti schemi mentali automatici che la mente si crea e usa continuamente per risparmiare energie ed essere più veloce.

Di fatto a volte aiutano, altre limitano, anche tanto.

Immagina, per esempio, che tu voglia esaudire il tuo sogno di recitare in teatro. Tuttavia non cominci nemmeno, magari frequentando un laboratorio teatrale, perché sei convinta di non essere abbastanza bella, di non essere in grado di esibirti davanti a un pubblico o di avere scarsa memoria per ricordare le battute.

In questo caso, se ti affidi alle convinzioni che la tua mente cosciente di pone davanti, ti priverai di vivere un’esperienza esaltante e di realizzare il tuo sogno.

Se, invece, impari a fidarti della tua mente inconscia, puoi andare in trance e chiederle di aiutarti a superare gli ostacoli per realizzare quello che hai sempre desiderato.

Ci sono molti modi per sfruttare il grande potere dell’inconscio che, per ciascuno di noi, possono richiedere un approccio diverso.

Puoi tuttavia chiedere per esempio al tuo inconscio di trovare tra i tuoi ricordi un’esperienza nella quale hai agevolmente superato degli ostacoli e realizzato quello che volevi.

Gli chiederai poi di aiutarti a comportarti come allora per affrontare e superare anche le difficoltà che oggi ti impediscono di recitare in teatro.

Questo è soltanto un semplice esempio di come puoi sfruttare il potenziale della tua mente inconscia, ma te ne potrei elencare infiniti altri.

Potresti, inizialmente, chiedere aiuto a un bravo ipnotista che ti guidi a entrare in trance e suggerisca al tuo inconscio le necessarie suggestioni post ipnotiche per attivarlo.

Utilizzare l’inconscio in maniera consapevole è quello che fanno anche gli atleti, gli apneisti o gli sportivi in genere quando immaginano di affrontare e vincere le loro sfide vivendo in una sorta di trance agonistica.

Il significato di trance dunque, oltre quello etimologico, è legato a quello stato naturale della mente di ognuno di noi al quale possiamo accedere in ogni momento per ottenere quello che soltanto con la mente razionale non riusciamo a realizzare.

Mente conscia e inconscia sono entrambe sempre a tua completa disposizione, perché utilizzarne soltanto una?

Prova e vedrai.

Puoi utilizzare se vuoi anche la mia induzione da scaricare gratuitamente compilando il modulo che trovi in basso.

 Bibliografia

R. Bandler, R., J. Grinder, J., Ipnosi e trasformazione, 1975, Astrolabio

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