Articolo aggiornato il 15 Luglio 2022
Cosa vuol dire e come si può aumentare la sicurezza in se stessi? Un quesito al quale molti vorrebbero una risposta.
Ecco la mia.
Un’analisi completa, dettagliata e scientifica su come puoi migliorare la percezione che hai della tua sicurezza interiore ed essere più efficace nel fronteggiare le sfide quotidiane.
Qual’è il significato che attribuisci alla parola sicurezza in te stesso?
Quale concetto è collegato nella tua mente a questa affermazione?
In questo articolo:
1. Il significato di sicurezza
Trovare un modo per sentirti sicura richiede necessariamente di chiarire cosa vuol dire per te e quale è il vero significato di sicurezza.
La parola deriva dal latino sine cura cioè senza preoccupazione ovvero occuparsi in anticipo di qualcosa. In particolare, la sicurezza in se stessi riguarda quello stato mentale che vivi quando
- non ti senti in pericolo,
- percepisci di avere le risorse necessarie per fronteggiare un evento specifico.
È quello stato che verosimilmente vivi quando, per esempio, ti svegli al mattino, prendi un caffè e fai una doccia. Ti senti sicura nell’affrontare questi eventi perché sai come fare, sai che non correrai alcun rischio e che anzi ne ricaverai piacevoli sensazioni.
Allo stesso modo, se devi tenere un discorso in pubblico per la prima volta, sostenere il tuo primo colloquio per ottenere il lavoro che hai sempre desiderato o uscire con un bel ragazzo senza averlo mai fatto ecco che le tue ginocchia cominciano a fare Giacomo Giacomo ovvero a tremare come se non reggessero il tuo peso.
In questi casi, evidentemente, senti di essere esposta a un rischio che può essere impappinarti e balbettare di fronte al pubblico, apparire impreparata e quindi perdere l’occasione di fare il lavoro che hai sempre sognato oppure sembrare impacciata e fare la figura della ragazzina inesperta con quel ragazzo.
Di fatto ci saranno sempre situazioni nuove, impegnative o impreviste di fronte alle quali potrai accorgerti di essere impreparata ovvero sprovvista delle abilità necessarie per fronteggiarle adeguatamente.
Ci potranno essere anche momenti nei quali, pur avendo le abilità, sarai convinta di non averle o non averne abbastanza.
2. Non esiste la sicurezza assoluta
La verità è che non esiste la sicurezza assoluta e che, periodicamente, per tutta la vita, ti troverai ad affrontare nuove sfide che richiedono l’apprendimento di nuove conoscenze e capacità per gestirle e vincerle.
Potrà forse sembrarti strano, ma questo è proprio il senso della vita di tutti noi.
Siamo concepiti e predisposti all’apprendimento, dalla nascita fino all’ultimo giorno di vita. È un concetto con il quale forse conviene acquisire familiarità e rimboccarsi piuttosto le maniche per capire come fare per farlo con la maggiore serenità possibile.
3. Sicuri di sé si diventa
Come? In tre fondamentali passaggi:
- prendere consapevolezza
- esporsi all’apprendimento
- fare pratica
Prendere consapevolezza
Devi, prima di tutto, spostare la tua attenzione sul risultato che desideri ottenere.
Per ottenerlo e passare da una situazione che non ti soddisfa a una che desideri è necessario prima di tutto prendere consapevolezza, essere cosciente di ciò che vuoi cambiare.
In ogni circostanza chiediti se:
- hai già le competenze per fronteggiare il compito,
- devi soltanto migliorarle o
- invece devi apprenderle del tutto.
Mancanza di abilità
Se ti senti insicura ad andare in bicicletta devi prendere coscienza che non lo hai mai fatto prima e che dovrai imparare, con il tempo e la pratica necessarie, questa nuova abilità.
Potrai farti aiutare da un’amica o prendere inizialmente delle lezioni per capire che le ruote ti tengono in equilibrio una volta avviate per effetto giroscopico. Puoi anche fare da sola se hai pazienza e sei un po’ testarda, anche se rischi qualche caduta poco piacevole.
Questo approccio è valido per qualsiasi cosa devi affrontare, dalla più semplice alla più complessa e impegnativa.
Impara. Pratica. Fai.
Mancanza di fiducia in un’abilità posseduta
Capita a volte di essere in grado di fronteggiare un compito, ma di percepire di non essere abbastanza efficaci per svolgerlo con successo.
Percezione di autoefficacia
È quella che Albert Bandura, psicologo sociale, autore della Teoria social cognitiva, chiama percezione di autoefficacia, che è riferita sempre a un compito specifico.
Puoi quindi sentirti sicura riguardo a un compito e meno sicura o insicura rispetto a un altro.
Autostima e autoefficacia
Da non confondere con l’autostima che si riferisce al senso globale del proprio valore.
Posso sentirmi molto efficace nello svolgimento di un determinato compito, ad esempio pilotare un elicottero, senza che questo aumenti in maniera significativa la mia autostima.
Sia che tu pensi che puoi o che non puoi, hai ragione. (Henry Ford)
La percezione di autoefficacia, percepirti cioè efficace o meno riguardo a qualcosa, può influire su quattro aspetti specifici del tuo comportamento relativamente al compito da svolgere ovvero:
- Le decisioni che prendi
- Lo stato emotivo
- La persistenza sul compito
- La qualità delle prestazioni cognitive complesse
4. Come aumentare la sicurezza in se stessi
Fare esperienze di successo
Secondo Bandura la strategia più efficace che può aiutarti a superare le convinzioni che ti limitano è fare esperienze dirette di successo.
Ho adottato molte volte questo metodo quando insegnavo ai giovani piloti a manovrare l’elicottero. Per insegnare una manovra complessa, per esempio l’arresto rapido, cioè l’equivalente di una brusca frenata, chiedevo al pilota di eseguirne soltanto una porzione che sapevo sarebbe stato in grado di gestire. Infatti riusciva a farlo e questo gli dava tanta fiducia per affrontare le altre parti della manovra e infine quella completa. Era di fatto una prova evidente e inconfutabile che era in grado di farla e difficilmente avrebbe potuto negarlo a se stesso.
È un po’ l’equivalente del contro esempio, uno dei modelli Sleight of mouth della PNL di cui ti ho parlato in un articolo specifico sulle convinzioni.
Sperimentare il successo tuttavia non basta.
Per rendere efficace questa strategia è importante che le persone attribuiscano il successo allo sforzo personale profuso nell’esecuzione del compito e alle loro abilità.
Restando sull’esempio precedente, per aumentare la convinzione nelle sue capacità, prima di cominciare la manovra alzavo platealmente le mani per far notare al pilota in addestramento che non avevo le mani sui comandi e che era proprio lui che stava pilotando.
Perché si crede in se stessi, non si cerca di convincere gli altri. Perché ci si accontenta di se stessi, non si ha bisogno dell’approvazione altrui. Perché si accetta se stessi, tutto il mondo intero lo accetta – Lao Tzu
Anticipazione del risultato
La stessa strategia può funzionare sfruttando la capacità di anticipare mentalmente il risultato.
È quello che fanno spesso gli atleti, prima di un salto in alto o in lungo, prima di varcare la soglia del cancelletto di partenza per una discesa libera su una ripida pista innevata o ai blocchi di partenza per i 100 metri. La mente, si sa, non distingue chiaramente tra realtà e immaginazione.
Visualizzarsi dunque mentre si vive l’esperienza del successo in un compito, può attivare potenti risorse interiori che contribuiranno ad ottenerlo realmente nella sfida che ci si prepara ad affrontare.
Priming
Questo vantaggio deriva anche dal Priming, la funzione di attivazione dei processi mentali, che è parte della Memoria a lungo termine (Bargh). Tutti i meccanismi mentali che questa funzione considera potenzialmente utili vengono attivati, consciamente e inconsciamente, così che la mente si predisponga ad affrontare la sfida.
Efficace ma senza esagerare
La virtù, come si dice, sta nel mezzo.
Avere convinzioni elevate di autoefficacia può non essere funzionale.
Pensare cioè di possedere abilità o livelli di abilità che non corrispondono alla realtà può creare delle difficoltà anche serie. Dice Bandura:
agire persistentemente in base alla convinzione di poter esercitare un controllo su eventi che di fatto sono incontrollabili vuol dire combattere contro i mulini a vento.
È come quando qualcuno dice, con spavalderia
Adesso ti faccio vedere io come si fa
e finisce per combinare guai perché in realtà non è pronto per fare una determinata cosa. Magari lo fa per dimostrare a se stesso di essere bravo e sentirsi più sicuro o perché vuol fare bella figura con gli altri.
Se quindi non possiedi obiettivamente le abilità necessarie, sempre riguardo a un compito specifico, è meglio riconoscerlo serenamente e prepararti per acquisirle.
La Teoria del Goal setting
Accanto alla Teoria di Bandura sulla percezione di autoefficacia se ne può collocare un’altra altrettanto se non ancora più importante. Si tratta della Teoria sulla definizione degli obiettivi di Edwine A. Locke, uno psicologo americano che ne è considerato il pioniere.
La Teoria spiega di come le intenzioni e la definizione di obiettivi chiari si riflettano positivamente sull’efficacia del comportamento dell’individuo.
Gli elementi chiave che la Teoria suggerisce sono:
- la definizione di obiettivi specifici (voglio dimagrire 3 kg entro 4 settimane)
- il livello di difficoltà, la percezione di una sfida stimolante, inerente al raggiungimento del risultato. Ciò vuol dire che quanto più è impegnativo l’obiettivo tanto maggiore sarà l’attenzione, più intenso sarà lo sforzo profuso e la persistenza a perseguirlo. Questa combinazione genera alti livelli di prestazione.
5. Modelli per definire obiettivi
Il risultato delle ricerche della Psicologia moderna è stato inoltre ripreso e ulteriormente sviluppato da altri che hanno creato dei modelli che facilitano il compito della definizione degli obiettivi. In particolare mi riferisco ai più noti modelli:
- SMART (Specifico, Misurabile, Achievable (Raggiungibile), Realistico, Tempificato)
- GROW (Goal (Obiettivo), Reality (Realtà), Option (Opzioni) Will (Azioni da fare)
- OBIETTIVI BEN FORMATI della PNL
La Ruota
E se pensi di non avere obiettivi puoi usare un altro strumento molto potente, la Ruota, applicabile alla tua vita in generale oppure alla valutazione di specifiche abilità. La visualizzazione grafica della misurazione delle tue abilità sarà un ottimo punto di partenza per individuare le aree nelle quali porti degli obiettivi di miglioramento.
Conclusione
Dunque, abbi fiducia in te stesso, sii ottimista e, soprattutto, volenteroso nel fare ciò che ti ho descritto:
- esponiti a esperienze di successo, anche piccole o immaginarie, per migliorare la tua percezione di autoefficacia;
- fai una valutazione della tua vita e/o di abilità specifiche di cui hai bisogno per svolgere il compito che ti aspetta;
- poniti degli obiettivi precisi e poi, naturalmente,
- agisci facendo le azioni concrete e utili al raggiungimento del risultato.
Bibliografia
Autoefficacia: teoria e applicazioni – Albert Bandura
A tua insaputa – John Bargh