Cosa sono i racconti brevi, come sono strutturati e quali possono essere le possibili applicazioni nella vita personale e professionale.
Ma quanto ci piace ascoltare racconti?
Beh, di certo molto, almeno per gran parte delle persone. Quando qualcuno ci racconta una storia, specie se è un buon narratore, ci lasciamo coinvolgere al punto da entrare in una sorta di trance ipnotica.
Oggi ti voglio parlare proprio dei racconti dal punto di vista, non solo narrativo, ma anche riguardo alle possibili implicazioni con la mente e i suoi processi consci e, soprattutto, inconsci.
In questo articolo:
1. Racconti: significato
Il termine racconto deriva dal verbo raccontare, a sua volta derivante da contare col prefisso ra –, che vuol dire riferire fatti o parole, in particolare a voce. Rispetto a narrare, raccontare ha un tono meno solenne, più familiare e viene infatti utilizzato per esporre fatti privati senza porvi particolare cura. (Treccani)
Io ho cominciato a scrivere racconti e romanzi circa quindici anni fa, frequentando il primo corso di narrativa ove ho appreso le tecniche per narrare una storia in maniera efficace e coinvolgente.
Contrariamente a quanto si possa credere, infatti, per scrivere una bella storia non basta saper…scrivere correttamente in italiano o avere una fervida fantasia.
Scrivere e raccontare è infatti una vera e propria professione che richiede molte competenze tecniche che vanno apprese e, soprattutto allenate con la pratica quotidiana.
Una delle prime domande che mi posi all’epoca riguardava la lunghezza del racconto per sapere quanto scrivere.
Mi insegnarono quindi che la lunghezza di un racconto è definita in modo formale da riferimenti editoriali necessari anche per quantificare i costi di pubblicazione, revisione, stampa e così via.
2. La misura dei racconti
L’unità di misura standard è la pagina che deve contenere 1800 caratteri, spazi compresi, e il numero di parole.
Da ciò deriva una classificazione di massima e cioè:
- racconti brevi, compresi tra le 1000 e le 7000 parole
- racconti lunghi, tra 7000 e 18.000 parole
- i romanzi brevi, tra 18.000 e 40.000 parole
- i romanzi veri e propri con oltre 40.000 parole
3. Racconti brevi: gli scopi
Oggi ti parlo, in particolare dei racconti brevi i quali possono essere utili per diversi scopi, tra i quali:
- raccontare appunto dei fatti
- intrattenere un pubblico
- facilitare la comprensione e l’apprendimento
Capita in pratica ogni giorno di incontrare delle persone che ci raccontano di fatti accaduti ad altre persone di nostra conoscenza diretta oppure famose perché personaggi televisivi, del cinema o dei social.
Ma hai saputo cos’è successo a Lorenzo?
e giù con il racconto di quello che è accaduto.
Raccontare una breve storia è ciò che fa anche un buon oratore per coinvolgere e divertire un pubblico.
Utilizzare dei racconti brevi può infine essere particolarmente utile a chi insegna qualcosa per facilitare la comprensione e l’apprendimento di concetti complessi e difficili.
A tal proposito si potrebbero fare molti esempi delle diverse tipologie di racconti come le:
- favole, che intrattengono i bambini mentre trasmettono insegnamenti
- barzellette, che hanno lo scopo principale di divertirsi tra parenti e amici
- parabole, utilizzate dai Greci e i Latini e da Gesù
4. Racconti brevi: perché funzionano
I racconti sono efficaci e funzionano perché mettono a proprio agio il lettore o l’ascoltatore stimolando la sua mente inconscia a cercare tra le esperienze del proprio vissuto un proprio significato da attribuire alla storia.
Quando leggi o ascolti un racconto la tua mente avvia un processo che Milton Erickson chiamava ricerca transderivazionale. In pratica si avvia una sorta di scansione delle informazioni contenute nelle cellule neuronali del cervello.
È per questo motivo che il relativo significato che ciascuno attribuisce è del tutto soggettivo e dipende dalle informazioni presenti nella memoria a lungo termine e a come queste sono collegate tra loro.
In definitiva è quello che David Ausubel, psicologo americano, chiama apprendimento significativo.
L’apprendimento cioè avviene nel momento in cui colleghi i concetti contenuti nel racconto a quelli già presenti nella tua memoria. In quel momento infatti avviene una sorta di identificazione tra te e i personaggi della storia.
Il meraviglioso meccanismo che anche i racconti stimolano consente così di apprendere più facilmente, superando spesso quegli schemi mentali cioè barriere che la mente cosciente oppone come le convinzioni, stereotipi, euristiche.
Lo sapeva bene Milton Erickson il quale faceva proprio dei racconti il suo principale strumento di psicoterapia.
Egli infatti, dopo aver valutato il tipo di esigenza del paziente, creava un racconto finalizzato in modo specifico a stimolare la sua mente inconscia affinché trovasse dentro di sé le risorse necessarie da utilizzare per modificare quelle strutture mentali all’origine della patologia.
È un po’ quello che facciamo tutti spontaneamente quando troviamo in una storia degli spunti che ci portano a decidere fare anche noi come quel protagonista che ha risolto una difficoltà simile alla nostra.
Saper utilizzare i racconti diventa perciò anche un efficace strumento di comunicazione che può aiutare a persuadere in maniera più facile e adatta all’interlocutore, lasciando decidere cioè alla sua mente inconscia la soluzione migliore.
Ma come si fa a raccontare una storia efficace?
5. La struttura dei racconti
Affinché un racconto riesca ad essere efficace, cioè coinvolgente, educativo o anche terapeutico è indispensabile che sia strutturato in maniera adeguata come già Aristotele insegnava ai suoi tempi.
La storia da raccontare deve cioè:
- avere un obiettivo, cioè un insegnamento o morale
- un protagonista che abbia un desiderio da realizzare, un risultato da raggiungere
- un evento che sconvolge la vita del protagonista
- una serie di difficoltà crescenti che il protagonista deve affrontare
- un evento culmine della storia nel quale affronta la sua sfida più difficile contro il suo peggior nemico
- una conclusione che può essere buona o non buona
Se oltre ad aver ideato una storia efficace riesci anche a raccontarla con il giusto volume e toni di voce appropriati ecco che allora potrai guidare le persone che ti ascoltano in quello stato ideale di trance ipnotica nel quale più facilmente apprenderanno il messaggio e l’insegnamento che il racconto si proponeva.
Raccontare storie perciò, anche brevi, è un bel modo di comunicare con te stesso e con gli altri perché entrambi potrete godervi quello stato magico di creatività e rilassamento che tanto è utile per trovare nella nostra giornata quel meritato momento di comunione con se stessi e la propria mente.
Puoi scaricare se vuoi gratuitamente un mio racconto breve che potrai ascoltare dalla mia voce, utilizzando il modulo di richiesta.
Buon ascolto.
Bibliografia
McKee, R., Story, 2013, Omero editore
Erickson, M.H., La mia voce ti accompagnerà, 1983, Astrolabio Ubaldini
Bear, M.F., Connors, B.W., Paradiso, M.A., Neuroscienze: esplorando il cervello, 2016, Edra S.p.A.
Cherubini, P., Psicologia generale, 2012, Raffaello Cortina
Pravettoni, G., Psicologia cognitiva – dalla teoria alla pratica, 2017, Mondadori
Vargiu, G., Le onde del successo, 2023, Youcanprint
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