Cos’è l’intelligenza?

Tempo di lettura: 4 minuti

In questo articolo ti parlerò di intelligenza, l’etimologia, i sinonimi e il vero significato dell’essere intelligenti.

Cos’è davvero l’intelligenza?

Usiamo il termine intelligenza in diverse circostanze riferendoci a diversi significati che vogliamo attribuire al momento.

Definiamo per esempio intelligente una persona che dimostra di possedere una vasta cultura in generale oppure in un ambito specifico.

Possiamo ritenere intelligente una persona che, in un determinato contesto, dimostra di comprendere al volo le circostanze comportandosi in modo adeguato.

Allo stesso modo consideriamo intelligente chi sa capire le persone, creare empatia con esse e impostare buone relazioni interpersonali.

Ciascuno degli esempi potrebbe essere in qualche modo ricondotto all’intelligenza sebbene sia forse necessario fornire qualche precisazione.

Vediamo in che modo a partire dall’ etimologia della parola intelligenza.

1. Intelligenza: etimologia

Intelligenza deriva dal latino intelligere cioè intendere e si può riferire al complesso di facoltà psichiche e mentali che consentono all’uomo di pensare, comprendere o spiegare i fatti o le azioni, elaborare modelli astratti della realtà.

Può inoltre indicare la capacità di intendere e farsi intendere dagli altri, giudicare, adattarsi a situazioni nuove e di modificare la situazione stessa quando questa presenta ostacoli all’adattamento.

Intelligenza è sinonimo di intendimento, ragione, raziocinio, razionalità, acume, acutezza, ingegno, perspicacia, prontezza, genialità. (Treccani)

Lo stesso William Stern, psicologo e filosofo tedesco, definisce l’intelligenza come capacità generale di adattare il proprio pensiero e condotta di fronte a condizioni e situazioni nuove.

La parola chiave sembra essere quindi adattamento.

Ma come si realizza l’adattamento?

Il cervello è un organo composto da miliardi di cellule, i neuroni, ciascuna delle quali contiene migliaia di informazioni. David Ausubel, psicologo americano che ha definito la Teoria dell’apprendimento per assimilazione, identifica le informazioni nei concetti.

I concetti sono schemi, strutture, regolarità individuabili in un oggetto o evento al quale applichi un’etichetta, cioè una parola per identificarli.

Per esempio la sostanza color biondo che vedi in un calice, liquida, dorata e fruttata (schema) la chiami vino (etichetta).

Ecco, immagina che nel cervello c’è una grande quantità di concetti, relativi alle personali esperienze, che ciascuno di noi immagazzina nella memoria a lungo termine nel corso della vita.

I concetti contenuti nei neuroni sono collegati tra loro attraverso le sinapsi creando una rete fittissima.

Questa rete è del tutto soggettiva ed è in continuo aggiornamento in base alle nuove conoscenze ed esperienze di ognuno di noi.

Ed ecco allora che, la quantità e qualità dei concetti insieme alla capacità di ognuno di metterli in relazione determina finalmente l’intelligenza ovvero la capacità di collegare i concetti in relazione alle circostanze del momento. Potremmo dire che chi ha a disposizione un maggior numero di concetti e riesce a creare tante connessioni tra essi è una persona più intelligente.

Da qui è facile comprendere che l’intelligenza dipenda dalla quantità e qualità delle esperienze e conoscenze presenti nella memoria a lungo termine.

Howard Gardner, psicologo americano, sostiene infatti che l’intelligenza non è assoluta ma riferita ad ambiti specifici come definito nella Teoria delle intelligenze multiple secondo la quale si possono distinguere intelligenze:

  • logico – matematica
  • linguistica
  • spaziale
  • musicale
  • cinestesica o procedurale
  • interpersonale
  • intrapersonale

A queste ultime potremmo aggiungere l’intelligenza emotiva che Daniel Goleman, psicologo americano, definisce come la capacità di saper riconoscere le proprie e altrui emozioni e gestirle al meglio nelle varie circostanze della vita.

Come puoi facilmente immaginare potresti incontrare persone intelligenti in un campo, come l’ingegneria spaziale, ma meno intelligenti in tanti altri.

Le persone che tuttavia si espongono di continuo all’apprendimento sono inevitabilmente più predisposte a mettere in collegamento i concetti rispetto a chi invece non fornisce alla mente tali stimoli. La rete dei concetti di chi non alimenta le proprie conoscenze è perciò meno fitta e soprattutto meno incline a nuove interconnessioni.

Allo stesso tempo è possibile anche che persone con molti concetti in memoria, quindi molto colte, facciano fatica ad adattarsi a nuove circostanze che richiedono appunto la capacità di elaborare le informazioni disponibili in un determinato momento.

Di contro esistono persone che, pur avendo una cultura più semplice, hanno invece una grande capacità di elaborare e collegare concetti dimostrando perciò una maggiore intelligenza.

A questo punto può essere legittimo chiedersi se l’intelligenza possa o meno essere stimolata e migliorata.

2. Intelligenza: come migliorarla

Dall’analisi che ho descritto sembrerebbe possibile agire quanto meno su due elementi ovvero:

  • arricchire il patrimonio dei concetti
  • stimolare la mente a creare connessioni

Incrementare i concetti

Per incrementare i concetti si devono ampliare le proprie conoscenze attraverso lo studio innanzi tutto in tutte le sue forme ovvero lettura, ascolto ed esperienze pratiche. Puoi farlo seguendo dei corsi riguardanti argomenti che ti interessano attraverso:

  • lezioni in presenza o mediante webinar durante i weekend
  • videolezioni pre registrate che ti puoi gestire in base al tuo tempo e alle tue disponibilità
  • se ti sono utili titoli di studio accademici, puoi seguire dei percorsi formali di tipo universitario
  • oppure leggere libri o blog come questo scegliendo tu stesso gli argomenti e il livello di approfondimento adeguato alle tue esigenze

Stimolare la mente all’adattamento e alla soluzione di problemi

L’altro aspetto da curare è lo stimolo alla mente a creare nuove connessioni tra concetti nuovi o già pre esistenti nella memoria a lungo termine. In buona parte gli stimoli arriveranno comunque se affronti percorsi di studio impegnativi che ti richiederanno di collegare i nuovi concetti ai precedenti così come sostiene David Ausubel a proposito di apprendimento significativo.

Qualora invece l’impegno nello studio non fosse di un livello adeguato, dovrai allora compensare cercando di affrontare interrogativi stimolanti o di risolvere problemi di vario genere, sia in ambito lavorativo che nella vita privata.

Insomma, per migliorare la tua intelligenza e quindi la tua capacità di adattarti a nuove circostanze devi continuamente offrire alla tua mente nuove informazioni e nuove sfide da affrontare. Questo farà migliorare non solo la tua intelligenza ma anche tenere viva e pimpante la tua mente anche a dispetto dell’età.

Quando si dice di sentirsi giovani dentro infatti, non è soltanto un modo di dire, ma l’effettiva predisposizione della mente umana a mantenersi attiva purché adeguatamente stimolata, ogni giorno.

Mappa mentale Intelligenza
Mappa mentale articolo

Bibliografia

Cherubini, P., Psicologia generale, 2012, Raffaello Cortina

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