Articolo aggiornato il 23 Maggio 2022
In questo articolo troverai un elenco di emozioni, cosa sono, da dove originano e come puoi riconoscerle per interagire meglio con te stesso e con gli altri.
In questo articolo:
1. Emozione: significato
L’emozione, dal francese émotion derivazione di émouvoir ossia “mettere in movimento”, corrisponde a un processo interiore, qualcosa che succede dentro di te quando ti trovi di fronte a un evento-stimolo che sta per influire, nel bene o nel male, sul tuo benessere.
Come quando ti trovi all’improvviso di fronte al tuo migliore amico di infanzia che per qualche motivo non avevi più rivisto per decenni o quando ti volti e inorridisci vedendo qualcuno che si infila un dito nel naso esplorando tutti gli anfratti per trovarci chissà cosa o quando ancora sobbalzi perché qualcuno si rivolge a te a voce alta mentre eri sovrappensiero.
A volte però capita di chiamare emozione anche ciò che in realtà è un’altra cosa.
Emozioni, sentimenti e altro
Ti sarà successo di dire o di sentire
Oggi non sono dello stato d’animo adatto
oppure
Stamattina sono di pessimo umore
o ancora
Quando ti ho vista ho provato un’emozione intensa.
Stato d’animo, umore, emozione, sentimento sono sinonimi o indicano cose diverse?
Forse si fa un po’ di confusione. Cerchiamo di fare chiarezza .
Il significato di sentimento si riferisce alla facoltà e l’atto del sentire, di avvertire impressioni esterne o interne, affine quindi al termine senso nel suo significato più generale (Treccani).
Riguardo invece agli altri termini può essere utile fare riferimento alla classificazione fatta da Paul Ekman.
2. Paul Ekman
Paul Ekman, psicologo statunitense, che ha studiato e approfondito il tema delle emozioni avviato da Charles Darwin, fa una classificazione in base alla durata della sensazione ovvero:
- riflessi
- umore, stato d’animo
- emozioni
Riflessi
I riflessi, tipo la gamba che salta dopo la martellata del dottore sul ginocchio, sono quelli più rapidi che durano circa una frazione di secondo.
Stato d’animo
L’umore, lo stato d’animo, come quando ti senti allegro e spensierato, può durare invece anche più giorni.
Emozioni
Le emozioni, infine, sono quelle che si collocano nel mezzo durando, di fatto, qualche secondo.
Ciascuna di queste sensazioni svolge un ruolo preciso identificato dalla Psicologia.
3. Emozioni: psicologia
La Psicologia moderna include le emozioni tra i processi cognitivi come:
- la percezione
- l’attenzione
- la memoria
- il linguaggio
- il pensiero e ragionamento
- l’apprendimento
Sono quelli cioè che utilizziamo per prendere consapevolezza di quello che ci circonda allo scopo di consentire e agevolare il relativo adattamento.
Si, ma a cosa serve l’emozione?
L’emozione è quella che ti dice immediatamente
We, sveglia, sta accadendo qualcosa, vedi un po’ che devi fare!
Diciamo che ti capita di fronteggiare una certa situazione; cosa succede nella tua mente?
Quando ti trovi a dover gestire un evento la mente avvia un processo ponendosi delle domande come:
- Ti è già successo altre volte?
- Ti è successo qualcosa di simile?
- È la prima volta che ti succede?
- Esperienze precedenti
Nel primo caso confronti l’immagine visiva o mentale con quelle che avevi provvidenzialmente messo da parte nella tua memoria a lungo termine. E quando la tua mente trova quella corrispondente pensa
Ah, si (quasi con sufficienza) quando succede questo provo questo.
Esperienze simili
Nel secondo caso, l’esperienza che stai vivendo non è esattamente come quella che hai conservata nel magazzino della memoria, ma gli somiglia e allora la mente pensa
Boh, sembra come quello, forse devo provare la stessa cosa
Mancanza di precedenti
E se, invece, non trovi in memoria niente di simile?
Beh, in questo caso, la mente ci mette un po’ di più per reagire e decidere come ti devi sentire.
A seconda del caso tra quelli descritti, la mente può attivare un processo più veloce e superficiale o più lento e preciso.
Euristiche
Nei primi due casi si avvale delle euristiche, cioè delle scorciatoie che la mente imbocca per risparmiare tempo e soldi ovvero energie cognitive. Hai visto mai che, nel frattempo, dovessero servire per qualcosa di più urgente e importante.
La mente è un’ottima manager, scrupolosa, avveduta, oculata nel gestire le risorse disponibili. L’uso delle euristiche di solito funziona e ti fa provare l’emozione giusta per ogni occasione anche se, qualche volta, capita che faccia confusione e, come si suol dire, prenda lucciole per lanterne.
E allora ecco che, quando c’è qualcosa che non ti convince, la mente capisce che deve mettere mano al portafogli e attingere quindi a tutte le fonti informative necessarie per vederci chiaro, anche se impiegherà un po’ di tempo in più.
E dove succede tutto questo? In quale parte del cervello?
4. Emozioni e cervello
La percezione e la produzione di emozioni attiva due componenti importanti del cervello:
- l’amigdala
- il circuito limbico.
Amigdala
Quando la scelta è rapida e automatica, grazie all’uso delle euristiche, se ne occupa l’amigdala, una piccola porzione del cervello a forma di mandorla. Piccola si, ma è un peperino e sa farsi rispettare tanto che, per fare il suo lavoro, coordina informazioni provenienti da ogni parte del cervello e lo fa rapidamente, senza perdersi in chiacchiere inutili.
Circuito limbico
Se, invece, ci sono dei dubbi sull’emozione da provocare, allora entra in gioco un’equipe completa, il circuito limbico, nella quale lavorano, oltre l’amigdala,
- l’ippocampo,
- la corteccia cingolata,
- la corteccia pre frontale
- il setto.
Insieme confabulano fino a che non sono d’accordo sull’emozione più appropriata da scegliere.
L’ippocampo
L’ippocampo, in particolare mette a disposizione tutto il catalogo delle esperienze depositate nella Memoria a lungo termine e, nel caso non vi sia nulla di utilizzabile, cataloga e memorizza quella attuale conservandola per altri usi futuri.
Quale che sia l’esperienza vissuta l’emozione che ne scaturisce sembra faccia parte di un elenco di emozioni ben preciso.
5. Elenco emozioni
Buona parte delle teorie convergono sulla tesi di Paul Ekman dell’esistenza cioè di emozioni:
- primarie
- secondarie
Le emozioni primarie sono quelle corrispondenti ai personaggi di Inside out, il famoso film d’animazione della Pixar, e cioè
- Gioia
- Tristezza
- Rabbia
- Paura
- Sorpresa
- Disgusto
Da queste deriverebbero quelle secondarie come combinazioni tra una o più di quelle primarie.
Successivamente, nel 1992, Ekman ampliò la sua lista di emozioni base integrandola con:
- divertimento
- disprezzo
- contentezza
- imbarazzo
- eccitazione
- colpa
- orgoglio
- sollievo
- soddisfazione
- piacere
- vergogna
Ogni tipo di emozione è caratterizzata da elementi riconoscibili.
6. Riconoscimento delle emozioni
Come si riconoscono le emozioni?
La nascita di emozioni genera risposte
- visibili
- invisibili
Risposte invisibili
Tra le risposte invisibili rientrano quelle provocate dal Sistema nervoso autonomo il quale, appunto, agisce innescandole autonomamente, senza che tu ne sia cosciente. Tra queste ci sono, ad esempio:
- le variazioni del battito cardiaco,
- la sudorazione,
- il rossore o
- il pallore del viso,
- i brividi.
Risposte visibili
Le risposte visibili, invece, riguardano le manifestazioni corporee e, in particolare, quelle:
- del viso e
- della postura
oggetto di molti studi a cominciare da quelli di Darwin.
7. Charles Darwin
Il primo a studiarle fu Charles Darwin, autore del libro L’origine della specie, il quale fece delle ricerche adottando un metodo forse un po’ impreciso, ma che rientrava nelle possibilità dell’epoca. Scriveva a suoi conoscenti sparsi per il mondo chiedendo loro di descrivergli le espressioni del viso delle persone del luogo derivanti da determinati stimoli.
Paul Ekman, circa un secolo dopo, nel 1972, riuscì a fare di meglio recandosi personalmente e vivendo per un periodo presso un popolo della Nuova Guinea che non aveva mai avuto contatti con la cosiddetta civiltà. Egli raccolse numerose fotografie con le quali volle dimostrare che, per esempio, la donna in topless sorrideva, quando era felice, esattamente come quella sotto il Big Ben di Londra che giocava col suo bambino o che era accigliata perché arrabbiata.
Universalità delle emozioni
Sia Darwin che Ekman, quindi, sostenevano l’universalità delle emozioni e cioè che, indipendentemente dalla cultura di provenienza, ciascuno esprime le proprie emozioni con le stesse manifestazioni facciali. L’influenza della cultura può riguardare l’intensità con la quale si manifestano le emozioni, come accade per i Giapponesi i quali riescono appunto a gestire le emozioni ed essere generalmente cordiali e sorridenti.
8. Paul Ekman: Microespressioni
Ekman, inoltre, dal quale ha preso spunto la famosa serie tv, Lie to me, riuscì a identificare e catalogare centinaia di dettagli corrispondenti a specifiche microespressioni del viso impossibili da controllare anche da un attore professionista. In pratica, anche se una persona è abile a mentire, se conosci questi segnali, puoi riuscire a smascherarla come faceva il dottor Lightman, esperto di comunicazione non verbale, nella fiction.
Se vuoi perciò riuscire a beccare anche il più abile mentitore attiva la tua attenzione selettiva e cerca di cogliere anche il dettaglio più insignificante che ti indichi se sta mentendo o dicendo la verità. Con un po’ di pratica e di pazienza riuscirai a cogliere molti segnali, anche rapidi e impercettibili, e a capire meglio il tuo interlocutore.
E se l’argomento ti incuriosisce puoi approfondirlo leggendo il mio articolo sulla comunicazione non verbale e i libri che come sempre ti consiglio in bibliografia.
Dunque, come cantava Lucio Battisti, Tu chiamale se vuoi emozioni, anche se da oggi forse avrai un’idea più chiara di cosa sono le emozioni, il ruolo che rivestono nella vita quotidiana e come infine puoi riconoscerle in te stesso e negli altri.
Bibliografia
Darwin, C., L’origine della specie, Bollati Boringhieri (2011)
Ekman, P., Te lo leggo in faccia, Amrita (2010)