Articolo aggiornato il 23 Maggio 2022
1. Comunicazione verbale e non verbale: tipologie
Il punto fondamentale è che, come dice Watzlawick nella sua famosa affermazione, non puoi non comunicare, anche se stai zitto.
Questo perché rendiamo comune ciò che pensiamo e sperimentiamo emotivamente attraverso non soltanto le parole, ma il modo in cui le pronunciamo e, soprattutto, servendoci dei numerosissimi messaggi che invia tutto il nostro corpo.
Le scienze della comunicazione, infatti, suddividono le principali modalità comunicative in:
- verbale, attraverso l’uso delle parole appunto
- paraverbale, ovvero il volume, i toni, il ritmo con cui le pronunciamo e, infine
- non verbale, che comprende la
- Cinesica, con il corpo e le sue componenti
- Prossemica, cioè lo spazio occupato intorno a noi
- Cronemica, la velocità del movimento
- Aptica, il contatto fisico
Studiosi del settore
La Comunicazione Non Verbale è di fatto diventata oggetto specifico di studio soltanto alla fine del 1900 ad opera, in particolare di Ray Birdwhistell, antropologo statunitense creatore della Cinesica, (dal greco kinesis, movimento). Questi individuò nel cinèma la più piccola unità di azione percepibile, per analogia con il fonema linguistico, e stimò in 250.000 le diverse espressioni del viso che possiamo cogliere.
Bisogna, allo stesso tempo, ricordare gli importanti contributi portati a questo settore da altri studiosi, a cominciare da
- Charles Darwin, che studiò l’evoluzione della specie, l’universalità dei gesti e delle espressioni
- Paul Ekman il quale ne ha proseguito e ampliato le ricerche concentrandosi in particolare sulle espressioni del viso,
- Albert Merhabian al quale si devono le note percentuali con le quali comunichiamo emozioni e stati d’animo (7, 38, 55 %), che evidenziano chiaramente come per il 93 % le menzogne, per esempio, possono essere smascherate dal Non Verbale;
- Desmond Morris, zoologo il quale definì il gesto come qualunque azione capace di inviare un segnale visivo ad un osservatore…e di comunicargli una qualsiasi informazione.
Dunque, anche se può sembrarti strano, è possibile comunicare senza il bisogno di usare necessariamente le parole. Vediamo come.
In questo articolo:
2. Come si fa a comunicare senza parlare
In realtà è quello che abbiamo fatto, come primati, fino a circa due milioni di anni prima che cominciasse l’evoluzione del cervello completata sembra 500.000 anni fa. Il cervello ha quindi raggiunto più o meno l’attuale struttura con la crescita della corteccia ove viene controllato il linguaggio nelle note aree cerebrali di Broca e Wernicke.
Il problema è che, da quando abbiamo imparato a parlare, abbiamo perso un po’ di sensibilità nel percepire gli altri segnali comunicativi provenienti dai sensi.
Tuttavia ci sono due aspetti da considerare:
- le donne hanno un vantaggio
- focalizzare l’attenzione migliora l’intuito
Vediamo nello specifico.
Le donne hanno un vantaggio
In realtà la donna ha conservato molto più dell’uomo questa attitudine per ragioni verosimilmente legate alla necessità di interpretare velocemente e bene i segnali corporei trasmessi dal neonato privo ancora del linguaggio parlato.
Questa differenza è stata peraltro evidenziata da immagini ottenute attraverso la Risonanza magnetica funzionale la quale ha chiaramente mostrato che la donna possiede ben 14 – 16 aree del cervello deputate a questo scopo. Nell’uomo, invece, ne sono state riscontrate soltanto 4 – 6.
Questa peculiarità consente alle donne di avere una migliore sensibilità percettiva che si riflette sulle capacità comunicative, di negoziazione e di svolgere contemporaneamente 4 – 6 cose diverse.
Le stesse propensioni sembra le abbiano anche gli uomini che si occupano di lavori assistenziali, gli artisti e i gay.
Niente paura maschietti, con un pò di pazienza, volontà ed esercizio possiamo recuperare il tempo perduto imparando come si fa a cogliere ogni segnale comunicativo.
Focalizza l’attenzione
Anche in questo caso, per risparmiare energie mentali, l’attenzione si dirige dove la tua mente ritiene sia più utile. Dunque, se decidi che osservare attentamente i segnali corporei altrui sia utile, ecco che comincerai a notare cose che non avevi mai notato prima.
E dopo averlo fatto consapevolmente per un po’ di tempo, ti accorgerai di aver sviluppato un migliore intuito, proprio come fanno le donne.
3. Comunicazione non verbale: 4 esempi di segnali da osservare
Ci sono dei segnali che bisogna osservare con attenzione, vediamo di seguito quali.
Prossemica, Cronemica, Segnali oculari e Postura
Di Prossemica, lo spazio occupato intorno a noi, Cronemica, velocità di movimento, di segnali oculari e postura ti ho già accennato in precedenza e presto tornerò a parlartene con maggiore dettaglio.
Oggi voglio concentrarmi in particolare sulla Cinesica.
Cinesica
Riguardo ai movimenti del corpo, ecco quali sono le parti più comunicative da tenere d’occhio e alcuni utili esempi di segnali da cogliere.
Mani
Le mani aperte, col palmo verso l’interlocutore indicano in genere disponibilità, mentre il palmo rivolto in basso rivela intenzione di voler sottomettere.
Braccia
Per esempio, la posizione cosiddetta della zip rotta, con le mani davanti ai genitali usato da Hitler per mascherare il suo senso di inadeguatezza sessuale perché aveva un solo testicolo.
Le donne insicure tendono invece a tenere stretta a sé la borsetta o un mazzolino di fiori.
Gambe
Tenere le gambe divaricate indica un atteggiamento virile, mentre la posizione eretta a gambe incrociate suggerisce chiusura, sottomissione o difesa.
Espressioni del viso (sorriso)
Tra le innumerevoli espressioni il sorriso, in particolare, denota sottomissione come a voler dire
Non sono una minaccia, vedi non ho un aspetto temibile e mi piace giocare.
Questo indica, di contro, che chi sorride di rado, non vuole apparire sottomesso.
Il sorriso è peraltro contagioso e chi lo riceve viene indotto a ricambiarlo.
4. Errori di interpretazione nella comunicazione non verbale: come evitarli
Per evitare di commettere errori clamorosi è bene evitare di affidarsi a un singolo segnale perché potrebbe essere legato a motivi specifici. Se una persona si gratta il capo mentre ti sta parlando, potrebbe essere un segno di disagio e quindi di possibile menzogna. Oppure, semplicemente, aver usato uno shampoo troppo aggressivo che gli scatena il prurito.
Come per le indagini di polizia, per le quali tre indizi possono essere una prova, anche in questo caso bisogna confrontare l’indizio corporeo con altri fattori.
La regola delle 3 C
Per decifrare il linguaggio corporeo ed evitare errori James Borg ed Allan Pease, esperti del linguaggio, propongono la “regola delle tre c” ovvero Complesso, Coerenza e Contesto:
- Complesso: i gesti si combinano in gruppi o insiemi e, pertanto, è opportuno valutarli nel loro complesso piuttosto che singolarmente. Se una persona si gratta il naso può mentire ma se non è inserito in un contesto il gesto può non significare niente.
- Coerenza: fra messaggi verbali e non verbali. Quando c’è discordanza fra messaggio orale e messaggio corporeo si fa affidamento solo sull’ultimo. Freud, mentre analizzava una paziente che descriveva il suo matrimonio come felice, notò che la donna sfilava e infilava la fede dal dito, chiaro sintomo di stress.
- Contesto: un uomo seduto con le gambe incrociate, il viso rivolto verso il basso, le braccia conserte con le mani nascoste sotto le ascelle, sintomo di un atteggiamento difensivo, in una notte fredda, significherà soltanto che si vuole riscaldare.
5. Linguaggio non verbale: come essere credibili
Se sei addestrato, come gli attori per esempio o gli addetti alle vendite, puoi simulare gesti di apertura, come le mani aperte o la postura eretta. Ci sono segnali del corpo, però, che sfuggono al controllo cosciente e, se non coerenti con le parole, sarà difficile simularli.
Simulare il sorriso
Il sorriso, per esempio, puoi simularlo, ma se non è associato alle rughe a zampa di gallina accanto agli occhi risulterà chiaramente finto a un occhio esperto. Oppure potrai provare una sgradevole sensazione che ti farà pensare non so perché ma questo qui mi sembra finto. Le rughe, infatti, sono dovute al muscolo orbicolare dell’occhio, che è involontario e quindi non puoi controllarlo.
Per le stesse ragioni non è controllabile:
- la dilatazione delle pupille, che può denotare piacere,
- il rossore in volto in caso di imbarazzo,
- la fronte imperlata di sudore di chi è stato scoperto a dire una menzogna.
6. Come può essere utile la Comunicazione Non Verbale
Conoscere la Comunicazione Non Verbale può offrire numerosi vantaggi:
- a te stesso
- nella relazione con gli altri
A te stesso
Numerosi esperimenti scientifici (Pavlov, Ekman, Amy Cuddy) hanno dimostrato che assumere, anche volontariamente, determinate espressioni del viso o posizioni del corpo influisce, positivamente o negativamente, sulla produzione di sostanze chimiche da parte del nostro organismo.
Se, per esempio, immagini di dare un morso a un limone, secernerai saliva anche in assenza del limone.
Prova a sorridere anche se non ne hai alcun motivo e, non solo sarà impossibile continuare ad essere arrabbiato o depresso, ma poco dopo, stranamente, comincerai perfino a sentirti allegro.
Il mantenimento di posture aperte, infine, ha dimostrato che riduca il cortisolo del 26 % e innalzi il testosterone del 19 %.
È un po’ come dire che se dai alla tua mente il segnale giusto, come un sorriso o la postura aperta, lei favorirà l’insorgere di uno stato coerente al messaggio che le hai inviato.
Provare per credere.
Nella relazione con gli altri
Allo stesso modo, se sorridi alle persone, le predisporrai a una relazione migliore ed efficace grazie anche ai neuroni specchio.
E se manterrai una postura eretta e aperta il tuo carisma aumenterà d’incanto. Basti notare i grandi comunicatori della storia passata e recente, come Mussolini, Martin Luther King oppure Barrack Obama.
Saper individuare e interpretare il linguaggio non verbale può aiutarti a comprendere meglio le persone per comunicare con loro in maniera più efficace e per smascherare quelle che ti raccontano bugie.
E questa importantissima capacità può trovare utile applicazione in numerosi ambiti, specialmente
- nella vendita
- in politica
Nella vendita
Sia in quella commerciale come quella di idee, vendiamo sempre qualcosa comunicando. Conoscere la comunicazione non verbale ti può aiutare a comprendere quanto è sincero e onesto chi vuole venderti qualcosa. Riuscire a cogliere qualche segnale di disagio, come grattarsi la testa, mentre il venditore sta cercando di convincerti della bontà del suo prodotto, può evitarti acquisti incauti
In politica
Analogamente, se noti una posizione asimmetrica del corpo, puoi smascherare la menzogna del politico che ti chiede di votare per lui perché ti sta promettendo, senza avere le reali possibilità, di farti pagare meno tasse.
7. Come ri – diventare esperto nella comunicazione non verbale
Per ritrovare la capacità di cogliere i segnali del corpo, come facevano in passato i nostri antenati quando non possedevano ancora il linguaggio verbale, devi fare tanto esercizio.
Come esercitarti
Dedica almeno 15’ al giorno osservando da lontano le persone e cercando di intuire cosa stanno comunicando davvero.
Prediligi luoghi affollati come gli aeroporti o i centri commerciali oppure guarda dei video dopo aver tolto però il volume.
Inizialmente, per rendere il compito più semplice, concentrati su un canale per volta e cioè mani, braccia, gambe, viso, postura.
Fallo regolarmente, ogni giorno per almeno qualche settimana, e presto diventerai esperto come il Dott. Cal Lightman della serie televisiva Lie to me.
8. Occhio agli otto gesti tipici della menzogna.
Come puoi immaginare i segnali che il corpo invia per comunicare sono tantissimi, ma eccone alcuni che puoi facilmente notare per non farti ingannare:
- La mano sulla bocca, come a trattenere la bugia.
- Toccarsi il naso,
- chi parla, per il prurito dovuto alla liberazione di catecolamine quando si mente o
- chi ascolta, quando vuole comunicare perplessità nei confronti dell’oratore.
- Stropicciarsi l’occhio, per non vedere la persona alla quale si sta mentendo.
- Sfregarsi l’orecchio, come per non sentire, quello che fanno i bambini quando si tappano le orecchie per non ascoltare i genitori.
- Grattarsi il collo, denota dubbio o incertezza.
- Scostarsi il colletto, perché il collo suda a seguito della bugia detta.
- Le dita in bocca, quando si è sotto pressione o c’è bisogno di rassicurazione.
Dunque, come hai potuto intuire, comunicare in maniera efficace e riuscire a comprendere meglio chi comunica con te può essere complesso. Conoscere i segnali trasmessi dal corpo più o meno involontariamente, dedicare del tempo per esercitarti e diventare più esperto ti sarà tuttavia utile nella tua professione come nella tua vita privata.
Bibliografia
Ray Birdwhistell: Kinesics and context
Darwin: L’origine della specie
Paul Ekman: Te lo leggo in faccia
Allan e Barbara Pease: Perché mentiamo con gli occhi e ci vergogniamo con i piedi?